EMDR E ANALISI TRANSAZIONALE: UNA POSSIBILE INTEGRAZIONE

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Dott. Dinorah Moscatelli       Psicoterapeuta – Analista Transazionale Certificato – Supervisore EMDR

Abstract

Il lavoro nasce da una riflessione sulla possibile integrazione dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), metodo creato da Francine Shapiro, nell’approccio terapeutico analitico transazionale, in occasione della Conferenza Nazionale EMDR e Integrazione delle Psicoterapie,  svoltasi a Bologna nel 2004 a cui ho partecipato come relatrice.

In tale occasione fui invitata a rispondere, nel mio contributo, alle seguenti domande:

Quali elementi dell’EMDR rappresentano il tuo più abituale orientamento terapeutico?

Quando e come l’EMDR si può inserire nel processo terapeutico analitico transazionale ?

Quanto e come l’EMDR ti permette di continuare a fare terapia nel modo che conosci?

Come l’EMDR completa o estende i risultati del tuo precedente lavoro?

Come può essere usata l’EMDR in termini di risorsa per investigare aree interessanti o domande aperte del tuo approccio terapeutico?

In seguito ho approfondito e sviluppato tale lavoro.

 Vengono qui evidenziati gli elementi di affinità tra EMDR , Analisi Transazionale e Psicoterapia Integrativa.

Questi riguardano: il concetto di “ cura “; la filosofia dell’ OKness, che è la disponibilità della persona a crescere ed imparare, qualsiasi esperienza abbia ( anche negativa ); la contrattualità ; la decisionalità (l’essere umano è un essere responsabile che produce “ decisioni”); l’approccio integrato al paziente ( livello comportamentale, cognitivo, emotivo e somatico).

Come nell’Analisi Transazionale, anche nell’EMDR la persona viene aiutata ad attivare le risorse personali non utilizzate e stimolata ad individuare ed elaborare positivamente emozioni, sensazioni, cognizioni bloccate nell’evento traumatico.

La terapia analitico transazionale procede attraverso le fasi di alleanza, decontaminazione, deconfusione e riapprendimento; vedremo come lungo tale percorso  può essere inserito l’intervento EMDR.

 L’EMDR può essere integrato nell’approccio A.T. ( analitico transazionale ) per facilitare e  il processo di ridecisione del Copione, accelerando l’accesso al vissuto remoto bloccato . Questo consente un più rapido raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Nell’intervento verranno presi in considerazione elementi e concetti A.T., quali: interventi berniani, copione, opzioni, ridecisione ed i loro punti di contatto con il protocollo EMDR.

Infine viene presentato un caso condotto integrando EMDR e Analisi Transazionale.

Nel mio lavoro di psicoterapeuta come  analista transazionale e EMDR, ho riscontrato diversi punti di contatto tra i due approcci che cercherò di illustrare per rispondere alla prima delle domande postemi.

Un primo punto di contatto tra A.T. e EMDR viene individuato nel presupposto comune che la persona abbia in sé le risorse per guarire e che l’intervento del terapeuta consista nell’aiutare il paziente ad attivare tali risorse e a individuare nuove opzioni di comportamento.

Citando Berne ..“ il lavoro del terapeuta uscendo da miti e da fantasie di onnipotenza, deve sempre tener presente che è teso non a far cambiare il paziente, bensì a far riemergere in lui la cosiddetta vis medicatrix naturae..”; mi sembra che tale approccio ben si coniughi con il ruolo del terapeuta nell’approccio EMDR sottendendo una analoga filosofia del cambiamento e della guarigione. Infatti nell’EMDR il collegamento di informazioni nell’ambito del ricordo e tra ricordi avviene in modo spontaneo senza l’input del terapeuta.

“Secondo il modello AIP (Adaptive Information Processing, Shapiro 1995), a cui si rifà  l’EMDR ,esiste un meccanismo fisiologicamente progettato per risolvere i disturbi psicologici nello stesso modo in cui il resto del corpo è attrezzato per guarire una ferita fisica”..intendendo con ciò che “avvengono collegamenti con le associazioni adeguate e che l’esperienza è usata in modo costruttivo da parte del soggetto,  ed è integrata in  uno schema emotivo e cognitivo positivo”; “ la risoluzione del disturbo viene raggiunta attraverso la stimolazione dei processi innati di auto guarigione del paziente”); secondo questa prospettiva “la patologia subentrerebbe quando questo sistema innato si blocca e l’evento traumatico rimane isolato dal resto della rete neurale della persona non integrandosi al sistema innato che spinge ognuno di noi verso l’autoguarigione” (F. Shapiro)

Altri principi della filosofia dell’A.T. che mi sembra trovino un riscontro nell’EMDR sono:

La filosofia dell’OKness: Ognuno è OK, Ognuno ha la capacità di pensare, Ognuno decide il proprio destino e queste decisioni possono essere cambiate . Da ciò deriva la disponibilità della persona a crescere e imparare, qualsiasi esperienza abbia, anche negativa

– “nell’ EMDR i risultati terapeutici vengono raggiunti attraverso il progressivo affioramento di una prospettiva adulta, in particolare nei casi in cui  il paziente era precedentemente bloccato nelle risposte emotive di un trauma infantile; mentre l’EMDR attiva il processo di elaborazione adattiva dell’informazione e lo mantiene in un stato dinamico, la colpa e la paura , l’inadeguatezza e la mancanza di controllo, sicurezza o scelta del momento/i del trauma/i possono essere progressivamente trasformate nella nella prospettiva adulta di responsabilità adeguata , sicurezza e fiducia nelle proprie abilità di operare delle scelte”(F. Shapiro)

La contrattualità: la relazione terapeutica è di tipo contrattuale; terapeuta e paziente condividono la responsabilità di raggiungere qualsiasi cambiamento si voglia ottenere e entrambi si impegnano a mettere in campo le  competenze legate al proprio ruolo ; insieme definiscono cosa faranno insieme per raggiungere l’obiettivo, cioè la pianificazione del trattamento.  Nell’EMDR, questo include, per esempio, l’individuazione dei target per il trattamento, cioè dei ricordi correlati al disturbo attuale che dovranno essere rielaborati

Comunicazione aperta: nella pratica A.T.  il terapeuta condivide con il paziente gli strumenti dell’Analisi Transazionale (Stati dell’Io, Transazioni, Giochi, Copione) e utilizza un linguaggio semplice.

 Analogamente il terapeuta EMDR informa il paziente sui presupposti teorici del metodo ( ad es. il modello AIP), utilizza metafore per facilitare la comprensione di ciò che accade quando viviamo un evento traumatico e di come avviene l’elaborazione dell’informazione,   spiega le  diverse fasi del protocollo

La decisionalità: secondo l’A.T. l’essere umano è un essere responsabile che produce “decisioni”; il modello decisionale prevede che la persona che viene in terapia stia portando avanti un

“copione” che è basato su decisioni infantili (Novellino, Miglionico 1987) . Spesso nell’infanzia “decidiamo le strategie migliori possibili per la nostra sopravvivenza, in quel momento, per le risorse, interne o esterne, di cui disponiamo”; se successivamente queste decisioni si rivelano negative , limitanti o disfunzionali , abbiamo la possibilità di sostituirle con decisioni più adeguate

– Il modello AIP, base dell’EMDR, vede il problema della persona come causato dalle percezioni (immagini, pensieri, credenze, emozioni, sensazioni) dell’evento o eventi passati immagazzinati fisiologicamente nella memoria; la rielaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica modifica le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le sensazioni fisiche disturbanti.

La responsabilità personale:  collegato al concetto di decisionalità in A.T. troviamo quello della responsabilità personale: come riportato da Stewart  e Joines “ nessuno può costringerci a comportarci in modi particolari, né gli altri né l’ambiente..siamo noi i responsabili delle nostre emozioni e del nostro comportamento”

– nel protocollo EMDR, durante la fase di assessment sul ricordo, si indaga la convinzione negativa che il soggetto ha su di sé in relazione all’evento e cosa invece vorrebbe poter pensare su di sé; l’ ”autoriferimento “ di tali convinzioni indica la possibilità che la persona ha di riconoscere ciò che è in suo potere rispetto a ciò che non lo è e di assumersene la responsabilità.

Analisi Transazionale e EMDR condividono l’integrazione di diversi livelli terapeutici:

  • nella Psicoterapia Integrativa (R. Erskine) “i costituenti emotivo, comportamentale, cognitivo e fisiologico dell’organismo umano vengono visti in una prospettiva sistemica in cui ogni dimensione ha influenza sulle altre”
  • come già detto , l’EMDR lavora sul ricordo, cioè sull’informazione immagazzinata nelle diverse componenti : Input sensoriale (immagini, suoni, odori, tatto, gusto), Pensieri, Emozioni, Sensazioni fisiche, Convinzioni

In entrambi gli approcci i diversi livelli vengono costantemente osservati durante le diverse fasi dell’intervento terapeutico e ne viene verificata la coerenza.

Altri punti di contatto si riscontrano analizzando ancora il concetto di Copione, di Berne, il Sistema Ricatto della Psicoterapia Integrativa di R. Erskine, e il concetto di adattamento al trauma di R.Solomon

Berne ci presenta il copione come “un piano di vita personale deciso nell’infanzia, rinforzato dai genitori, sostenuto da decisioni successive, recitato e con un tornaconto finale” .

Il Sistema Ricatto della Psicoterapia Integrativa presentato da Erskine è definito come un sistema autorinforzantesi di sentimenti, pensieri e comportamenti mantenuti da individui che sono nel copione.

“Il Sistema Ricatto ha tre componenti indipendenti e correlate: le Opinioni e i Sentimenti di Copione,  le Manifestazioni del Ricatto ed i Ricordi Rinforzanti.

Le opinioni e i sentimenti di copione sono tutte le contaminazioni del Genitore e del Bambino sull’Adulto e che sostengono le decisioni di copione.

 Le opinioni e i sentimenti di copione su sé, gli altri, la vita in generale iniziano a svilupparsi quando il bambino è sottoposto alla pressione della programmazione genitoriale o dei traumi evolutivi e viene impedita l’espressione dei suoi sentimenti e il soddisfacimento dei desideri”.

Una volta adottate le opinioni di copione possono essere rafforzate da “opinioni copionali di sostegno”; “finchè le opinioni e i sentimenti di copione continuano a contaminare l’Adulto, essi non sono integrabili con nuove informazioni ed esperienze”  (“ per esempio, secondo Erskine, se la decisione di copione comprende la convinzione “Io sono antipatico” e il sentimento presente in quel momento era la tristezza, ci sarà un continuo riciclaggio dell’opinione e del sentimento di copione.”)

“Le manifestazioni del ricatto rappresentano i comportamenti, esterni o interni, che costituiscono manifestazioni dei sentimenti e delle opinioni di copione”.

“I ricordi rinforzanti sono un insieme di ricordi cognitivo/emotivi, di transazioni sia reali che immaginarie; ricordi di esperienze corporee interne; oppure frammenti ricordati di fantasie , sogni o allucinazioni.  Quei ricordi che negano le opinioni di copione vengono spesso rifiutati o dimenticati”.(ad es. “una persona può avere l’opinione di copione “nessuno mi vuole bene” e quando qualcuno gli dice “ti voglio bene” può tentare di mantenere l’opinione e il sentimento di tristezza associato dicendo”in realtà non lo pensi veramente”)

Nel momento in cui con EMDR andiamo a lavorare su traumi attraverso l’individuazione dell’evento target, secondo l’A.T. il paziente, aiutato dal terapeuta, può energizzare Stati dell’Io arcaici e ri-vivere antiche scene di copione.

L’EMDR si rifà al principio secondo cui “nei traumi interni all’identità vi è un adattamento al trauma: ci si adatta dissociando e implementando diverse caratteristiche di personalità; l’adattamento al trauma (modalità difensiva) diventa la nostra identità”.

 Vorrei evidenziare come alcuni elementi presenti nel protocollo EMDR possano essere riconducibili al Sistema Ricatto.

In particolare sembra di poter riscontrare una similitudine tra Opinioni di Copione e Cognizioni Negative .

La Cognizione Negativa è un’affermazione negativa, irrazionale, autoriferita, ancora attuale sviluppatasi a seguito di uno o più eventi traumatici; tali eventi possono essere pattern di esperienze dolorose precoci ripetutesi per molti anni.

A mio parere “irrazionale” indica non basata su un corretto esame di realtà e pertanto frutto di contaminazione.

E’ un’autoaffermazione negativa ancora attuale, in quanto , sebbene l’evento originario si collochi nel passato, continua ad influenzare il presente e la vita della persona; se sono stato abbandonato nel passato e mi sono convinto che  “non sono amabile”, tale convinzione irrazionale e autoriferita continua a condizionare le mie scelte, i miei rapporti, a limitare le mie opzioni.

Quando lavoriamo con l’EMDR ci chiediamo “quali sono i ricordi cardine alla base delle convinzioni fondamentali?” Nel fare ciò partiamo dai ricordi più antichi per poi rielaborare quelli successivi che sono andati a rinforzare  tali convinzioni

Nell’attivare l’elaborazione associativa di molteplici ricordi collegati all’evento target traumatico l’EMDR facilita l’accesso ai Ricordi Rinforzanti, l’espressione e il riconoscimento di emozioni bloccate che sono state sostituite da “emozioni parassite”, cioè apprese e incoraggiate  nell’infanzia in sostituzione di quelle autentiche. ( ad es. Un paziente sta rielaborando il ricordo di essere stato picchiato dal padre da piccolo; la Cognizione Negativa associata al ricordo è “sono impotente” e l’emozione la rabbia; durante l’elaborazione si possono aprire altri canali associativi che portano al ricordo dell’insegnante di scuola media che lo mette a tacere impedendogli di esprimere le sue opinioni, il paziente può scoppiare a piangere, ricordare che in quell’occasione la madre non lo ha consolato  e contattare l’emozione di tristezza che non aveva potuto esprimere neppure nell’evento precedente)

Riguardo a queste tematiche vorrei ancora sottolineare  due aspetti:

  • in entrambi gli approcci l’attenzione viene posta sui ricordi
  • ciò che Erskine afferma dicendo che “finchè le opinioni e i sentimenti di copione continuano a contaminare l’Adulto, essi non sono integrabili con nuove informazioni ed esperienze”, trova un netto riscontro nei principi del Modello dell’Elaborazione Adattiva dell’Informazione secondo cui “il trauma causa un’interruzione della normale elaborazione adattiva dell’informazione che risulta così non elaborata e viene trattenuta in modo disfunzionale nelle reti mnemoniche” ; l’EMDR consente di “ accedere al punto in cui l’informazione è immagazzinata in modo disfunzionale, stimolare il sistema di elaborazione dell’informazione mantenendolo dinamico attraverso la stimolazione bilaterale alternata e di spostare l’informazione verso una risoluzione adattiva “

Analogie sono presenti anche tra Protocollo Standard dell’EMDR e Terapia Ridecisionale dei Gouldings e in particolare tra utilizzo del Floatback e dell’Affetto Ponte in EMDR e Intervento Ridecisionale  e Taglio e Disinnesco dell’Elastico (Erskine)

Il termine Ridecisione sta a indicare il cambiamento di una decisione originale di copione. Per i Gouldings “la decisione è il processo in base al quale il bambino piccolo arriva ad una conclusione autolimitante, decide in rapporto al vissuto che lui ha degli elementi che lo circondano”.

Condurre strategicamente il paziente ad un processo di ridecisione significa ricondurlo all’impasse originario  [1], per permettergli una visione nuova e positiva dell’evento originario di copione.

Secondo i Gouldings “la terapia deve essere di natura tale che il paziente possa ricollegarsi a una scena della sua infanzia. Di solito una persona ricorda una scena reale e vive i propri sentimenti in quella scena”.

 Tale strategia è perseguita tramite “tattiche ridecisionali” ( Intervento Ridecisionale, Disinnesco dell’Elastico). Per “elastico” intendiamo “quel meccanismo attraverso il quale uno stimolo nella situazione attuale suscita nel paziente una risposta emotiva sproporzionata all’evento, ma proporzionata ad un vissuto antico che da quello stimolo è stato evocato.” (Novellino, Miglionico)

Nel Protocollo Standard in EMDR, si individua l’evento/i originario correlato al disturbo  e nella fase di assessment si accede al ricordo in modo strutturato, nelle sue componenti cognitive, emotive, somatiche e attraverso la stimolazione bilaterale si stimola il processo di elaborazione che durante la seduta avviene attraverso rapide connessioni intrapsichiche; il cambiamento, tra gli altri aspetti, si traduce in uno spostamento dalla Cognizione Negativa iniziale (es. “E’ colpa mia”, “Non valgo” ) alla Cognizione Positiva (es. “Ho fatto ciò che potevo”, “Io valgo”) e in un cambiamento della prospettiva , da quella del bambino a quella dell’adulto.

Nell’EMDR, similmente a quanto avviene con la tecnica dell’Elastico , si utilizzano la tecnica del Floatback  e dell’Affetto Ponte per aiutare a identificare gli eventi originari partendo dalla Cognizione Negativa , dalle emozioni e  dalle sensazioni fisiche attuali

Un ulteriore aspetto comune tra Intervento Ridecisionale , Disinnesco dell’Elastico e  protocollo EMDR è il lavorare su Passato, Presente, Futuro .

Nei 10 passi dell’intervento ridecisionale (C.Moiso), come pure nelle tappe del disinnesco dell’elastico, il paziente viene guidato fino alla “proiezione della ridecisione sulla situazione attuale (per acquistare consapevolezza delle proprie possibilità) e nel futuro (al fine di universalizzare nel tempo la ridecisione stessa)”. (Novellino, Miglionico)

Nell’EMDR dopo aver rielaborato i ricordi del passato, si lavora sulle situazioni attuali che evocano il disturbo emotivo e successivamente su eventi futuri da affrontare che possono provocare ancora evitamento o ansia anticipatoria.

Sempre nel lavoro di individuazione di elementi EMDR che rappresentano l’approccio terapeutico AT, mi sono soffermata sull’Intervento Cognitivo Integrativo.

Gli interventi cognitivi integrativi dal punto di vista dell’A.T. sono riconducibili ad alcuni interventi berniani di Decontaminazione e di Rassicurazione e supporto.

Per Decontaminazione si intende una fase nella terapia il cui obiettivo strategico è quello di produrre una situazione in cui il paziente diviene consapevole che il materiale che egli riteneva Adulto è in realtà appartenente al Genitore ed al Bambino; strategicamente serve a creare un “Io osservante” che sia in grado di osservare nel qui ed ora il materiale arcaico e possa così reintegrarlo. Riconoscere e separare gli Stati dell’Io è quindi il primo obiettivo della Decontaminazione.

“Gli interventi di Rassicurazione e Supporto vengono fatti col Genitore del terapeuta quando egli si trova in una situazione di emergenza e più esattamente quando il Bambino del paziente è particolarmente ansioso, confuso, agitato”. (Novellino, Miglionico)

L’Intervento Cognitivo Integrativo è una strategia dell’EMDR sviluppata per gestire situazioni in cui i pazienti entrano in ”loop” emotivi o cognitivi, finalizzati a “riavviare” l’elaborazione bloccata. Tali interventi possono avere diverse funzioni:

  • fornire informazioni nuove (es. “ è normale che un bambino possa provare piacere fisico nell’abuso”, “ non si può fermare un infarto solo respirando profondamente come negli attacchi di panico”) o stimolare quelle presenti
  • aiutare l’elaborazione attraverso paradossi, metafore
  • attribuire la giusta responsabilità
  • riconoscere la prospettiva del “bambino”
  • elicitare la prospettiva adulta
  • ristabilire la prospettiva temporale e le possibilità di scelta
  • incoraggiare a verbalizzare le emozioni represse

Si tratta perlopiù di interventi brevi e mirati che richiamano un altro strumento dell’A.T., gli “heighteners”, attraverso cui il terapeuta offre al paziente nuove soluzioni e diverse modalità interpretative del problema (es. “chi era l’adulto in quella situazione ?”)

I collegamenti riscontrati tra interventi berniani di Decontaminazione e Rassicurazione e Interventi Cognitivi Integrativi  richiamano a mio parere un’ulteriore punto di contatto tra

Autorappresentazione negativa nel trauma  (EMDR) e Fattori di decisione nel Copione (AT)

Spesso i pazienti che hanno subito dei traumi si trovano ad affrontare tre aspetti principali: responsabilità, sicurezza e scelta. Tali aspetti costituiscono anche i criteri di raggruppamento delle Cognizioni Negative  e Positive.

Es. Responsabilità  “ E’ colpa mia” / “Ho fatto quello che potevo”

      Sicurezza “Sono in pericolo” /  “Ora sono al sicuro”

       Scelta    “ Non ho il controllo”, “sono impotente” / “oggi sono un adulto , posso scegliere”

Nella teoria del Copione in A.T. vengono indicati dei fattori che aumentano la vulnerabilità  del bambino e rivestono un ruolo determinante nelle Decisioni di Copione:

  • Mancanza di potere
  • Incapacità di rispondere allo stress
  • Capacità di pensiero immaturo
  • Mancanza di informazioni
  • Mancanza di alternativa

Anche la fase di Installazione delle risorse richiama interventi dell’A.T.

“Lo sviluppo e installazione delle risorse si riferisce a interventi strategici deliberati,condotti nel corso di una serie di sedute volte a sostenere lo sviluppo di tali risorse positive nei pazienti” (Leeds, 1997)

Le Risorse da “installare” possono essere:

  • esperienze di padronanza o di successo
  • risorse relazionali ( modelli o figure di supporto)
  • metafore e risorse simboliche

In Analisi Transazionale vengono attuati interventi volti a:

– L’attivazione e il rinforzo di Stati dell’Io positivi ( A,G+, B+ ) (per es. attraverso il dialogo interno)

 – Il recupero e il rinforzo di esperienze relazionali positive o di autoefficacia (“ quando ti sei sentito capace o amato?”)

 – L’individuazione di figure Genitoriali alternative a quelle carenti ( “c’è qualcuno nella tua vita , insegnanti , zii, fratelli maggiori che ti ha incoraggiato a  cercare di raggiungere i tuoi obiettivi?”)

– L’attivazione e il rinforzo di Carezze positive interne (“ pensa a quando hai preso la licenza media, a quando sei sdraiato in un prato ascoltando la musica”)[2]

L’altro aspetto sviluppato nel presente lavoro riguarda invece le domande “ Quando e come l’EMDR si può inserire nel processo terapeutico analitico transazionale ?”, Come l’EMDR completa o estende i risultati del tuo precedente lavoro?

 Dal mio punto di vista se ci riferiamo a percorsi terapeutici su traumi interni all’identità, l’EMDR può trovare una collocazione nella fase di Deconfusione del B, ovvero di “analisi sistematica dei conflitti presenti nel Bambino “ (Berne 1966).

Nel processo terapeutico A.T. questa fase deve essere necessariamente preceduta da una fase di Alleanza terapeutica e da una di Decontaminazione.

La Deconfusione è la fase strategica che porta alla risoluzione dell’impasse: il conflitto viene rielaborato e integrato.

In particolare mi sembra possa essere un valido strumento di lavoro:

–  Sulla scena di protocollo di copione [3], attraverso la focalizzazione sul del ricordo originario nelle sue componenti cognitive, emotive e somatiche e la successiva rielaborazione verso una risoluzione più adattiva

–  Per favorire il processo di Ridecisione ( es.  da “è colpa mia “ a  “ho fatto ciò che potevo”, da

“non sono amato”  a “sono amabile “,   da “ non chiederò niente a nessuno“   a “ posso scegliere

di chiedere “ )

–  Per sbloccare le Impasses

Oltre ai Goulding la teoria delle impasse è stata sviluppata da altri analisti transazionali; Ken Mellor ha considerato le  impasse da un punto di vista evolutivo. Secondo questa classificazione i tre tipi di impasse fanno riferimento a diversi momenti dello sviluppo in cui si è strutturato il conflitto su cui il paziente è bloccato e conseguentemente alle diverse capacità di apprendimento possedute dal paziente in quel momento; da ciò deriva la necessità di utilizzare tecniche terapeutiche differenti per ciascun livello di impasse.

 1° tipo  : il conflitto è tra G2 che vuole imporre un dovere e B2 che vuole soddisfare un bisogno (es. “voglio riposarmi” , “sforzati”);

di 2° tipo : da un punto di vista cronologico è antecedente alla precedente, il conflitto è tra i bisogni del B e in’Ingiunzione proveniente dal G1  (es. “voglio essere intimo” B1 e  “Non appartenere” G1)

di 3° tipo :  è la più arcaica, il conflitto è tra G0 e B0 ; le ingiunzioni sono state date così presto e /o così non verbalmente che il paziente non ne è consapevole

Con l’EMDR possiamo accedere a tutti i livelli del ricordo, anche a quello somatico e favorire la rielaborazione di eventi traumatici di cui non si ha un ricordo nella memoria esplicita.

Possiamo considerare l’utilizzo dell’EMDR anche nella fase di Alleanza terapeutica, e di Decontaminazione di cui ritroviamo  alcuni aspetti  nella fase di Anamnesi e Preparazione del Paziente nel Protocollo EMDR.

In tale fase, oltre a creare la relazione, ci occupiamo di stabilizzare il paziente, di verificare e rinforzare la tolleranza alle emozioni e la capacità di gestire lo stress; di far conoscere al paziente il metodo EMDR e altri strumenti di psicoeducazione.

Pertanto nella fase di Alleanza e Decontaminazione possiamo lavorare sull’Installazione delle Risorse e sull’individuazione dei collegamenti del/dei disturbi attuali con eventi del  passato,  con l’obiettivo quindi di rinforzare l’A.

Infine durante la fase di Riapprendimento, quella in cui la ridecisione deve essere integrata nello stile di vita del cliente, possiamo lavorare con il protocollo EMDR sul futuro.

Riguardo alla domanda “Quanto e come l’EMDR ti permette di continuare a fare terapia nel modo che conosci?” credo implicitamente di aver risposto; infatti le affinità e i punti di contatto riscontrati e evidenziati in questo lavoro, personalmente mi hanno reso alquanto  naturale integrare l’EMDR

nel mio approccio AT, sia in termini filosofici che metodologici.

CARLO E L’EMDR: UN CASO DI DIPENDENZA DAL GIOCO D’AZZARDO

Il caso che presento è una psicoterapia breve in cui integrazione dell’EMDR con l’AT  ha consentito a mio parere di accelerare il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.

Su suggerimento dello psicologo del centro di recupero Carlo decide di cercare l’aiuto di un terapeuta EMDR; fa le sue ricerche, le sue telefonate e alla fine sceglie me: gli piace la mia voce, il mio tono, dirà poi.

Nella fase di alleanza, quando inizia a parlarmi del suo problema di dipendenza dal gioco sono consapevole delle difficoltà e che dovremo affrontare e sento il pericolo insito nelle sue parole “lei è l’ultima spiaggia”…sarà uno dei primi elementi su cui lavoreremo per scongiurare fallimenti annunciati o giochi psicologici distruttivi!

Carlo ha 55 anni, si è appena separato dalla moglie, di cui è innamoratissimo, con cui si è sposato a 24 anni lui e 19 lei; lei è tuttora il suo principale sostegno, sotto tutti gli aspetti, e hanno una splendida figlia ormai adulta.

Quando arriva da me ha già frequentato gruppi di auto-aiuto, seguito una psicoterapia senza riuscire a liberarsi dal suo “diavoletto” come lui stesso lo definisce .

Carlo nasce in una famiglia di 12 fratelli, 6 maschi e 6 femmine: 4 udenti (tra cui lui) e 2 non udenti i maschi, 4  non udenti e 2 si le femmine; al riguardo riporta “ mi sentivo un senso di inferiorità, paura che la gente sparlasse..”

A 5 anni viene messo anche lui n un collegio per sordomuti, soffre moltissimo e scappa due volte per tornare dalla mamma a cui è legatissimo

La vita matrimoniale è felice anche se piena di sacrifici per entrambi.

A 35 anni viene colpito da infarto, a 40 operato al cuore , gli vengono applicati 4 by-pass; a seguito di ciò dopo alcuni anni è costretto ad andare in pensione.

E’ in questo periodo che inizia la dipendenza dal gioco, la presenza del “diavoletto” ( “la vita è così breve, fregatene”).

Nel periodo di maggiore dipendenza , pur essendo sempre stato persona molto onesta , incorre in comportamenti illegali (furti, scippi) all’interno e al di fuori dell’ambito familiare.

Nella fase di alleanza è stato importante  valutare la motivazione a smettere e i vantaggi secondari della condotta patologica.

Il livello di motivazione è risultato adeguato ma è stato necessario lavorare, attraverso l’analisi delle transazioni e dei giochi, sull’atteggiamento vittimistico (correlato anche alle esperienze infantili)  e sul vantaggio secondario dell’ appoggiarsi alla moglie.

Nella fase di decontaminazione Carlo impara a riconoscere gli stati dell’Io che attiva nelle diverse situazioni e in particolare che il gioco è una strategia di copying attraverso cui cerca di gestire le emozioni.  Questo  lo aiuta a rafforzare l’A rendendosi progressivamente maggiormente consapevole dei propri stati d’animo, emozioni, bisogni  e a cercare di individuare altre opzioni (es. il gioco delle bocce)

Il lavoro sui  segni di riconoscimento lo porta a darsi riconoscimenti positivi e negativi costruttivi, tollerare alcuni limiti interni ed esterni; rievoca ricordi positivi della sua infanzia, rivaluta qualità e capacità come la sua creatività, la sua energia;    riconosce “ho tante qualità , risorse, interessi che non sto più usando perché tanto è inutile “  e riesce a modificare la prospettiva in “ anche se alcune cose non le posso più fare, posso utilizzare le mie risorse per migliorare il mio presente e il mio futuro”; accetta l’inserimento in comunità per 3 mesi per ripianare i debiti.vd . cartella

Anche attraverso la relazione terapeutica riesce ad attivare un G maggiormente contenitivo e rassicurante nei confronti del suo B

Il lavoro, a partire dalla raccolta dell’anamnesi ma anche successivamente, consiste anche nello sviluppare sempre maggiore consapevolezza di come gli eventi, le esperienze di vita, più o meno precoci, abbiano contribuito a sviluppare la problematica attuale e le convinzioni negative e limitanti su di sé; questa fase è propedeutica all’individuazione del  raggruppamento dei target da elaborare attraverso l’EMDR.

In sintesi :

  • Raccolta degli eventi traumatici dall’infanzia all’età adulta
  • Storia della dipendenza (modelli, prima volta, altri eventi di quel periodo, triggers, ricadute)
  • Risorse positive (immaginarsi libero, vantaggi se non avesse la dipendenza, esperienze di successo, risorse personali e esterne)

Nella fase di Deconfusione scelgo di iniziare a lavorare con EMDR sul ricordo dell’intervento al cuore, anche se più recente rispetto ai traumi infantili, perché è quello che Carlo percepisce come maggiormente disturbante e attivante emotivamente e più direttamente correlato al problema; pertanto ritengo opportuno assecondare il suo bisogno anche per aumentare la sua motivazione. Altro fattore di scelta è l’incertezza rispetto alla possibilità di proseguire per lungo tempo la terapia.

Quindi nell’affrontare il ricordo dell’intervento al cuore, i targets sono : l’annuncio dell’intervento, l’attesa, il risveglio, le dimissioni; le C.N. “sono perso”, “sono finito” , divenute poi “ posso farcela”, “ ho ancora delle risorse” Emerge una forte rabbia, voglia di rivalsa, senso di frustrazione per l’intervento, il licenziamento successivo

Durante l’elaborazione del ricordo sono emersi collegamenti con ricordi di infanzia e vissuti di inadeguatezza , inferiorità che sono stati elaborati a volte come canali associativi a volte come targets successivi..

Successivamente abbiamo lavorato sulla perdita del lavoro, C.N. “Non valgo niente”, C.P. “ Ho tante qualità, interessi”

In questa fase sono stati ripresi ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza in parte riemersi durante l’elaborazione, in parte raccolti inizialmente tra i ricordi positivi ( i giochi con i fratelli, gli amici, la genialità, l’inventiva, l’allegria..)

La prima volta che ha giocato, dopo aver perso il lavoro, è stato un ulteriore target: in questo caso però il ricordo attivava un senso di rivalsa su ciò che aveva perso,sulla banca che gli aveva negato aiuto,un senso di potere, una carica di adrenalina, quella carica che non poteva più avere; quindi è stato necessario inizialmente per Carlo poter riconoscere l’illusorietà di questo potere e la mancanza di controllo su di esso, rielaborare ulteriori eventi frustranti, per poi rielaborare il ricordo dalla C.N. “non ho il controllo” alla C.P. “ posso controllarmi”.

Inoltre abbiamo lavorato su obiettivi positivi, quali il potersi dare carica adrenalinica e senso di benessere in un  modi più adeguati.

Durante il percorso Carlo ha avuto  ricadute che sono state affrontate in modo da evitare colpevolizzazioni  ma piuttosto come opportunità di autoconsapevolezza e di spunti per il lavoro.

 In un’altra occasione l’esperienza di successo dell’essere riuscito a non giocare è stata installata come risorsa positiva che Carlo ha chiamato CAVALLO:  una forza che può essere trattenuta!

Altre successive esperienze di successo sono state installate come risorse di autoefficacia.

Nella fase di Riapprendimento il lavoro con EMDR si è incentrato sui triggers cioè le situazioni che rappresentano stimoli scatenanti attuali, come la sensazione di astinenza, passare davanti al bar, noia ,solitudine,  C.N. “Non ho il controllo”, C.P. “posso fare cose più sane” ; in questo caso con il  SUD veniva misurato  il livello di impulso al gioco invece del livello di disturbo.

Da queste sedute Carlo usciva ” carico” più volte dicendo “questa cosa  mi tocca i neuroni giusti!”

In tutto abbiamo svolto 10  sedute  e purtroppo per ragioni pratiche non è stato possibile completare il percorso elaborando tutti i targets passati e futuri, tuttavia il lavoro fatto insieme ha dato risultati più che soddisfacenti non solo in termini di astinenza dal gioco ma anche di maggiore consapevolezza delle proprie risorse, qualità, motivazioni  e del fatto che il gioco è stato il modo per ribellarsi alle delusioni/limitazioni della vita e della malattia, il “demone” ribelle e autodistruttivo che gli dava l’adrenalina , la carica che non poteva più avere.

In conclusione vorrei aggiungere una riflessione; pur nel rispetto delle diverse fasi terapeutiche, mi sembra che intervento con l’EMDR nel percorso condotto secondo il modello dell’Analisi Transazionale, integri interventi di decontaminazione e di deconfusione, talvolta modificandone anche la sequenza temporale e potenziandone l’efficacia.

BIBLIOGRAFIA

EMDR e dipendenze – CD EMDRITALIA

EMDR e disturbi del comportamento alimentare- CD EMDRITALIA

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L’uso dell’EMDR con pazienti che fanno abuso di sostanze e/o hanno problemi comportamentali con pattern di dipendenza – Seminario Jim Knipe

[1] “L’impasse è un punto in cui si bloccano due o più forze opposte, un blocco; in termini strutturali un conflitto non risolto tra Genitore e Bambino; il concetto di impasse è stato introdotto nell’A.T. da Bob Goulding”

[2] “ Una carezza è definita come unità di riconoscimento”

[3] “Protocollo: le esperienze drammatiche originarie su cui si basa il copione”