Psicologia dello sport

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La psicologia dello sport è una branca della psicologia, sviluppatasi negli anni ’60, nella quale confluiscono diverse dottrine ( psicologia,medicina, psichiatria, sociologia, educazione fisica, riabilitazione,ecc.) ed è pertanto un argomento di competenza multidisciplinare che si avvale del contributo e del confronto dei diversi esperti di ciascuna disciplina.
Negli ultimi anni anche la psicologia dello sport si è arricchita dei contributi portati dallo sviluppo delle neuroscienze.
Alcuni settori tipici della psicologia dello sport riguardano lo studio della personalità dell’atleta, la preparazione delle gare, la psicologia del gruppo, del singolo sportivo, dell’allenamento e della competizione.
In un senso più ampio si può dire anche che l’attività sportiva costituisce un contesto ideale sia per l’osservazione dei problemi di personalità, delle dinamiche di gruppo , dell’apprendimento, sia per un intervento terapeutico, per esempio nello sviluppo dell’intelligenza emotiva, delle abilità relazionali, anche in situazioni di patologia grave.

Le aree fondamentali di intervento della psicologia dello sport sono:
• La ricerca che si occupa di sviluppare le conoscenze sugli aspetti psicologici collegati alle abilità motorie ( percezione, attenzione, mental training, motivazione,ecc.)
• Il counseling che è orientato alla valutazione psicodiagnostica e alla preparazione mentale dell’atleta; al recupero psicologico dagli infortuni; nel caso di sport di squadra, anche all’analisi delle dinamiche di gruppo e dei processi comunicativi e alla loro ottimizzazione
• La formazione che si occupa della preparazione psicologica degli operatori sportivi ( allenatori ,tecnici, dirigenti) e talvolta dei genitori stessi di atleti giovani
Per quanto riguarda la preparazione mentale, compito dello psicologo dello sport è aiutare l’atleta nell’ ”allenamento” delle abilità mentali al fine di poter utilizzare al meglio le proprie potenzialità fisiche e tecniche.
Per abilità mentali ci si riferisce per esempio all’abilità di immaginazione, di attivazione o disattivazione ( cioè di gestione dell’energia mentale), di gestione dell’ansia, della capacità di concentrazione.
Tali abilità infatti non sono invariabili nell’individuo ma possono essere allenate esattamente come le abilità fisiche e tecniche.
Molto spesso infatti è proprio “la testa” l’elemento critico nella performance di un atleta. Naturalmente la preparazione mentale richiede impegno, tempo, costanza e determinazione.

L’avvio di un programma di “allenamento mentale” parte dall’identificazione di quali siano le abilità che necessitano di essere sviluppate e di quali invece costituiscano dei punti di forza dell’atleta; sulla base di questa valutazione iniziale che può essere effettuata attraverso diversi strumenti diagnostici (tests, interviste, osservazione sul campo,ecc.) verrà impostato il programma di allenamento che ha come obiettivo finale il raggiungimento della massima prestazione, cioè quella condizione che si genera quando c’è corrispondenza tra prestazione potenziale e prestazione reale.

Le tecniche di allenamento mentale sono diverse e provengono da diversi orientamenti psicologici. Alcune di esse sono:
• Goal setting (formulazione degli obiettivi)
• Controllo del pensiero
• Self talk (dialogo interno)
• Training autogeno
• Ipnosi
• EMDR
• Visualizzazioni
• Biofeedback

Bibliografia

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